Festa della Repubblica

La Festa della Repubblica Italiana è una festività italiana di natura civile, nata per festeggiare la nascita della Repubblica. In quanto festa nazionale, essa è un giorno di riposo retribuito, ovvero i lavoratori percepiscono regolarmente il loro salario o paga, pur non lavorando. Viene spesso confusa con la festa della Liberazione, che cade il 25 aprile, ma in realtà le due ricorrenze sono molto differenti.
In seguito alla caduta di Mussolini e del fascismo, conseguenti alla liberazione del nostro paese da parte delle forze partigiane e alleate il 25 aprile 1945, i cittadini italiani furono chiamati al voto, per esprimere la loro preferenza su quale forma di governo avrebbe avuto il Paese. E’ bene ricordare che, nonostante la dittatura Mussoliniana, l’Italia era ancora un regno, e più precisamente il Regno d’Italia. Di esso, erano sovrani i Savoia, proclamati famiglia reggente nel 1861 con Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia. Per 85 anni (di cui 20 di dittatura fascista), l’Italia era stata dunque una monarchia, ma gli eventi sanguinosi della Seconda Guerra Mondiale avevano cambiato gli scenari geopolitici del Mondo intero, e quindi era necessario donare un nuovo ordinamento istituzionale al paese.
Per questi motivi, il 2 e il 3 di giugno dell’anno 1946, fu indetto un referendum a suffragio universale tramite cui tutti i cittadini con diritto di voto si espressero a favore della Repubblica. Nasceva così la Repubblica italiana, mentre la famiglia Savoia veniva mandata in esilio.
Da allora, molte cose sono cambiate e anche se la festa della Repubblica riveste un ruolo molto importante da un punto di vista civile, in quanto commemora una svolta epocale per il nostro Paese, essa non è stata sempre festeggiata con gli onori che le sono dovuti.
Ad esempio, durante gli anni ’70, la festa della Repubblica venne soppressa a causa delle ristrettezze economiche in cui versava il nostro paese. O per meglio dire, venne spostata alla prima domenica di giugno, e quindi assorbita in un giorno di per sé sempre festivo (la domenica).
Solo nel 2001, durante il secondo governo Amato, la Festa della Repubblica venne riportata alla sua data originaria.
Oggi, la Festa della Repubblica continua ad essere un’importante ricorrenza civile e militare e ogni anno viene celebrata una storica parata a Roma che coinvolge tutte le più alte sfere politiche del nostro paese. Il tema della parata militare cambia ogni anno. Fra le più recenti, ricordiamo le parate del 2011, dedicata al «150º anniversario dell’Unità d’Italia», e quella del 2012, dedicata alle famiglie rimaste senza casa a seguito del terremoto che ha colpito l’Emilia nel maggio 2012.
Come già detto, la festa della Repubblica Italiana è una ricorrenza civile, quindi si tratta di una giornata dedicata a cerimonie ufficiali più o meno importanti. La parata militare storica avviene in via dei Fori Imperiali, a Roma, sin dal 1948. Sebbene da qualche anno i mezzi corazzati e alcuni altri corpi militari non sfilino più per rendera la parata meno costosa, essa conserva ancora un grande fascino, grazie ad iniziative speciali come il cambio solenne della Guardia d’Onore, che coinvolge i carabinieri a cavallo.
Ma il momento più spettacolare dell’intera manifestazione è senza dubbio l’esibizione acrobatica delle Frecce Tricolori, sui cieli della capitale. Le loro scie di colore rosso, bianco e verde sono un simbolo storico della festa della Repubblica e sebbene in alcune occasioni le Frecce Tricolori non abbiamo preso parte all’evento, è proprio l’esibizione della pattuglia acrobatica nazionale a richiamare turisti e spettatori da ogni dove.
I festeggiamenti proseguono anche nel pomeriggio, con l’apertura al pubblico dei giardini del Quirinale, dove si tengono concerti indetti dalle bande dei corpi militari del nostro paese. Il protagonista indiscusso, in questo caso, è l’inno di Mameli, o inno italiano.
Festa di San Nicola

Le feste di San Nicola del 6 dicembre (solennità liturgica) e del 9 maggio (Traslazione delle reliquie da Mira a Bari) come quella del 19 dicembre e del 22 maggio (secondo il calendario giuliano) rappresentano grandi momenti di fede e di pietà popolare che vedono coinvolti migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte della Puglia e da tutta l’Italia meridionale peninsulare, nonché numerosissimi pellegrini ortodossi provenienti soprattutto dalla Russia che riconoscono in San Nicola il più potente intercessore presso Dio.
Solennità liturgica del 6 dicembre
Il fascino di San Nicola, della sua storia e della sua popolarità, dei suoi miracoli, della sua carità, richiama ancora molti pellegrini che, fiduciosi nella sua intercessione, ricorrono a lui per chiedere favori divini ed implorare da Dio la sua infinita misericordia.
Festeggiare San Nicola non vuol dire solamente continuare una tradizione storica che si tramanda di generazione in generazione, ma, per molti pellegrini, significa ravvivare l’esperienza della fede, rafforzare i vincoli di comunione che legano i cristiani pellegrini sulla terra, attraverso la testimonianza di uno dei santi più venerati dalla cristianità.
Sagra di Maggio
Durante la sagra dal 7-9 maggio si svolgono solenni celebrazioni religiose e svariate manifestazioni culturali. Il 7 maggio, in modo particolare, la rievocazione della Traslazione di San Nicola attraverso Corteo Storico è la manifestazione culturale che meglio esprime e riattualizza l’epica impresa dei marinai Baresi che hanno cambiato, dl momento della traslazione, il volto e il destino della città di Bari.
Suggestivo è il pellegrinaggio dell’8 maggio…San Nicola dalle viuzze strette ed anguste di Bari vecchia, viene abbracciato dall’immensità del mare…E’ qui, sul mare, dopo che la bellissima statua del santo varca le soglie del portale centrale della basilica per uscire ed incontrare i suoi pellegrini, che giunge a termine la lunga processione per le vie principali della città. E’ qui sul mare che San Nicola attende tutti i pellegrini che, con le loro barche, vengono a rendere omaggio al santo venuto dal mare, protettore dei mari e dei naviganti.
Il 9 Maggio giorno del ricordo della Traslazione delle reliquie si fa memoria di quel lontano 1087 quanto l’audacia di quei 62 marina consegnò alla “felice Bari” il suo tesoro più bello: San Nicola. La concelebrazione eucaristica solenne è un momento di grande comunione ecclesiale con il pastore della diocesi che invoca lo Spirito Santo affinché il prodigio della Manna si realizzi e manifesti la potenza di Dio che in san Nicola rivela la sua benedizione per il suo popolo.
Mentre il rettore della Basilica, procede all’operazione del prelievo del Santa manna che che trasuda dalle ossa di San Nicola, il popolo di Dio prega perché si rinnovi il prodigio e San Nicola rinnovi la sua protezione per la città di Bari e dei suoi pellegrini.
Di fronte al prodigio che si rinnova si vive una intensa emozione, il Rettore alza l’ampolla che contiene il santo myron e la offre alla venerazione dei fedeli. La manna continua a significare la presenza viva e vitale, attuale, di san Nicola in mezzo al suo popolo.
Festa ortodossa
Gli ortodossi russi seguono nella liturgia il calendario giuliano che fa slittare la data della festa di San nicola di 13 giorni dopo, rispetto al calendario gregoriano seguito dagli occidentali. La festa della Traslazione che per i cattolici è il 9 maggio per loro è il 22 maggio. Così è anche per dicembre. La festa di san Nicola del 6 dicembre è per i russi il 19 dicembre.
Da quando in Russia sono state aperte le frontiere, a seguito della fine del regime comunista, e cioè da un ventennio, i pellegrini ortodossi russi, sia quelli che vengono ormai ogni giorno, che quelli che arrivano per le due feste di maggio e dicembre, aumentano in maniera esponenziale.
Arrivano Vescovi, sacerdoti, Autorità, grandi personaggi, ma soprattutto l’immensa folla dei fedeli. Usano tutti i mezzi di trasporto: aerei, navi, pullman, treno e auto. Non sono solo russi, ma anche ucraini, armeni, rumeni, serbi, provenienti da tutti i paesi orientali. Non solo! Essi provengono dall’Italia, dove lavorano, ma anche da tutti i paesi europei occidentali, tra cui la Germania l’Inghilterra, la Francia e la Spagna.
È edificante vedere l’immensa fila di pellegrini che, lungo il percorso predisposto dagli organizzatori russi a serpentone, avanzano lentissimamente, in silenzio e con una pazienza immensa, per sostare solo un attimo davanti alla tomba del Santo. Essi manifestano una profonda devozione a san Nicola, ma anche uno spirito di sacrificio non indifferente, certamente frutto di un continuo esercizio nella vita quotidiana.
Nella cripta, aspettano il turno per baciare la Tomba del Santo, posarne gli oggetti, che una volta tornati in patria doneranno ai loro cari, e deporre al Santo le preghiere con i nomi e le intenzioni di familiari e amici, che non possono essere presenti.
Tutto questo mentre emerge il suono dei canti frutto della profonda spiritualità e cultura russa, che tutti avvolge in un clima di serena e gioiosa solidarietà.
Festa del Papà
La festa del papà è una ricorrenza civile diffusa praticamente in tutto il mondo, per onorare la figura paterna e la sua importanza all’interno della famiglia. In buona parte dei paesi dove viene festeggiata, questa ricorrenza cade la terza domenica di giugno. Non così in Italia, dove tale ricorrenza è festeggiata il 19 marzo.
In quanto ricorrenza civile, la festa del papà non è un giorno festivo, segnato rosso in calendario. Per cui i lavoratori sono tenuti a lavorare, salvo il 19 marzo sia una domenica.
La storia della festa del papà è piuttosto recente. Questa ricorrenza, così come la conosciamo noi in tempi moderni, risale ai primi decenni del XX secolo e nacque per completare la già instituita festa della mamma. Come è facile intuire già solo dal nome, la festa del papà rende omaggio alla figura paterna ed è nata per festeggiare la paternità e i padri in generale. Durante questa giornata di festa, i figli di tutte le età rendono onore al proprio padre, spesso facendoli dei doni che hanno lo scopo di ringraziarlo del più grande dono che ogni padre ha dato loro: la vita.
La prima volta in cui si festeggiò la festa del papà fu il 5 luglio del 1908, in Virginia, e più precisamente nella città di Fairmont, per commemorare la morte di oltre 361 uomini — 250 dei quali, padri di famiglia — nel disastro minerario di Monongah. Va detto che quella commemorazione rimase circoscritta all’area del Fairmont, mentre nel 1910, una nuova celebrazione della festa del papà si tenne a Spokane, nello stato di Washington, ad opera di Sonora Smart Dodd. Sonora era figlia di un veterano della guerra civile, un padre single che aveva cresciuto da solo ben sei figli, con affetto e grande spirito di sacrificio. L’anno precedente al 1910, Sonora era rimasta colpita da un sermone voluto da Anna Jarvis per commemorare la madre e tutte le figure materne, a tal punto da proporre al proprio pastore che un egual sermone fosse tenuto in memoria del padre scomparso.
Fu grazie alla sua spinta e alle sue iniziative che il 19 giugno del 1910 si tenne il primo sermone che commemorava i padri della città di Spokane, per la loro importanza e i sacrifici fatti per crescere i rispettivi figli.
Si trattava ancora di una festa locale, ma erano state gettate le basi perché iniziasse un lungo movimento il cui scopo era quello di far riconoscere tale ricorrenza a livello nazionale.
Durante gli anni ’20, il movimento per il festeggiamento della festa del papà perse vigore, ma lo riacquistò con forza durante gli anni ’30, quando Sonora Smart Dodd tornò attivamente sul campo per il riconoscimento di quella festa a lei così cara. Ciò che Sonora non riusciva a comprendere era come i padri fossero soggetti ad un diverso trattamento rispetto alle madri, la cui festa era ormai stata instituita a livello nazionale.
La verità è che la festa del papà era appoggiata soprattutto dai commercianti che vedevano in essa una fonte di lucro. I detrattori della festa del papà sostenevano che dietro i buoni propositi della festa vi erano gli intenti assai più biechi delle organizzazioni che, da quella festa, avrebbero solo tratto un vantaggio economico. Fu per questo motivo che tale ricorrenza venne osteggiata per oltre 40 anni, e solo nel 1966, il presidente Johnson stabilì in maniera ufficiale che una festa in onore del padre doveva essere tenuta ogni anno, la terza domenica di giugno, per onorare la figura paterna nello stesso modo in cui si onorava da ormai 50 e più anni quella materna.
La festa del papà cade il 19 di marzo in molti paese di tradizione cattolica, come l’Italia, la Spagna e il Portogallo. In particolare, fu scelta tale data perché la festa del papà nei paesi appena citati è fortemente legata alla festa dedicata a San Giuseppe, in quanto padre putativo di Gesù.
Il culto di San Giuseppe è molto antico. Di sicuro era già onorato durante l’Alto Medioevo, tant’è che molti ordini religiosi ne festeggiavano la figura il 19 di marzo, data della sua morte secondo la tradizione cattolica.
In Italia, la festa del papà è conosciuta anche come «festa del babbo«. Essa trae origini da queste tradizioni alto-medioevali ed è per questo motivo che cade il 19 di marzo.
Ad onor del vero va detto che, con il trascorrere del tempo, questa festività ha assunto aspetti più moderni e commerciali, probabilmente risentendo degli influssi americani.
Oggi rimane una delle ricorrenze più amate del nostro paese, con iniziative soprattutto in ambito scolastico e mercatini all’aperto o in piazza, anche complici i primi giorni di primavera.