Natale
Il Santo Natale è una festa cristiana che celebra la nascità di Gesù Cristo, avvenuta il 25 dicembre (per le Chiese Occidentali e quelle Greco-Ortodosse), o il 6/7 gennaio per le Chiese Ortodosse che adottano il calendario giuliano, invece del calendario gregoriano.
In Italia, il 25 dicembre è un giorno festivo, ovvero un giorno di riposo retribuito, e per questo segnato in rosso nel calendario. I lavoratori hanno diritto a riposare, pur percependo la loro retribuzione. La quale è maggiorata nei casi in cui il lavoratore non riposi, ma presti attività lavorativa.
Come la maggiorparte delle festività della Chiesa Cattolica, anche il Natale non aveva una data ben precisa. Infatti, in nessuno dei Vangeli è indicata la data esatta della nascita di Gesù Cristo. Quando, nel IV secolo d.C., il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell’Impero Romano, l’allora Papa Giulio I decise di utilizzare un periodo dell’anno gremito di feste pagane (il solstizio d’inverno per i Celti, i Saturnali per i Romani, le varie festività per celebrare i raccolti, nel Nord Europa…) per festeggiare la più solenne fra le feste Cristiane: i Natali di Cristo.
La scelta di questo periodo dell’anno fu, probabilmente, premeditata. Lo scopo era quello di riuscire a sradicare le festività pagane, grazie alla solennità della più importante festa Crisiana.
Va fatto notare che, sebbene da allora la data non sia cambiata, strascichi di tradizioni pagane sono ancora presenti durante i festeggiamenti del Natale: lo scambio di doni e lo stesso albero di natale sono tutti elementi che affondano le loro radici in un’epoca antecedente alla nascita di Gesù e del cristianesimo.
Sebbene il Natale rappresenti la festa più importante del cristianesimo, oggi questa festività ha acquisito degli elementi che la rendono più laica e commerciale di quanto non fosse in precedenza.
Innanzitutto, va fatto notare che il Natale cade in un periodo dell’anno tuttora pieno di ricorrenze e festività. Periodo dell’anno che annovera, fra le altre cose, il Capodanno, ovvero il passaggio dall’anno vecchio all’anno nuovo. E che viene chiuso dalla festa dell’Epifania, anch’essa storicamente legata alla nascita di Cristo e ritenuta la festività che celebra il battesimo di Gesù e l’arrivo dei Re Magi da Oriente.
Oggi, il Natale ha assunto aspetti sempre più commerciali. È l’occasione migliore per riunirsi con la famiglia, mangiare insieme e scambiarsi i regali, spesso portati in dono da Babbo Natale, figura legata alle tradizioni nordiche.
Durante tutto il periodo natalizio, le case e i giardini vengono addobbati con luci colorate e festoni. Lo stesso vale per le piazze, dove vengono predisposti presepi delle dimensioni più svariate e alberi di natale appositamente addobbati. L’addobbo dell’albero di Natale è una prassi ormai abbondantemente diffusa nel nostro paese: gli abeti, veri o finti, sono predisposti all’interno delle case e decorati con luci, palline e festoni colorati.
Una tradizione particolarmente sentita, e che affonda le sue radici nel Medioevo, è quella dei presepi viventi. Essi sono tipici di tutta la penisola, e soprattutto dei centri medievali, che ben si prestano alla predispozione di scene natalizie che rievocano la nascita di Gesù.
Nei paesi del Nord Europa (come la Danimarca, la Svezia, l’Olanda, la Finlandia etc.) la tradizione di Babbo Natale e dei suoi folletti è particolarmente sentita e fa da protagonista durante i festeggiamenti di Natale. I bambini scrivono delle letterine da inviare a Santa Claus il quale, poi, distribuisce i doni grazie all’aiuto delle sue renne, guidate dalla renna Rudolph.
Questa tradizione tipica del Nord Europa si è diffusa in maniera capillare in tutto il mondo, megli ultimi 70 anni, grazie soprattutto al cinema e alla televisione. Essa è oggi una delle tradizioni più conosciute e sentite, diffusa anche in paesi non cristiani, quali la Cina e il Giappone.
Tipico dei paesi del Nord, della Germania e della Gran Bretagna è anche il calendario dell’Avvento, che i bambini sfogliano giorno dopo giorno, man a mano che il 25 dicembre si avvicina. In Gran Bretagna, i bambini appendono delle calze vuote ai caminetti, che poi saranno riempite da dolci e regali.
In Spagna i festeggiamenti sono abbastanza fedeli a quelli italiani. La maggiore differenza sta nel fatto che lo scambio dei doni avviene in 6 gennaio, con l’arrivo dei Re Magi. La loro tradizione è particolarmente sentita nella penisola iberica, con tanto di sfilate a cavallo e manifestazioni in costume per ricordare il loro arrivo alla grotta di Betlemme.
Nei paesi dell’emisfero australe, l’estate va dal 21 dicembre al 21 di marzo. Per questo motivo, il Natale cade in piena estate in paesi come l’Argentina, il Brasile o l’Australia.
Ti potrebbe interessare
Tutti i Santi (Ognissanti)

Il 1° di novembre è un giorno festivo in Italia. Si celebra la festa cristiana di Ognissanti, anche conosciuta come «Tutti i santi», festività religiosa, ma anche civile. Infatti, il 1° di novembre è un giorno festivo, ovvero un giorno di lavoro retribuito, durante il quale i lavoratori hanno diritto a riposare, pur percependo la loro paga o retribuzione.
Troviamo le prime tracce di questa ricorrenza cristiana già durante il IV secolo d.C., sebbene all’epoca la ricorrenza cadesse in primavera e non nel tardo autunno come avviene oggi. La festa di Tutti i Santi, esattamente come il nome suggerisce, commemora tutti i santi della storia della cristianità. Infatti, nel calendario civile italiano, ogni giorno è dedicato ad un santo o a un martire, ma, in realtà, i santi della cristianità sono molti di più di 365 e per questo motivo, non tutti possono trovare spazio nel calendario.
Il 1° di novembre di ogni anno, si commemora il ricordo delle loro vite e dei loro martirii, ovvero si ricorda quanto importanti siano stati i loro sacrifici e i loro gesti per la storia cristiana.
Fu papa Gregorio IV, nell’835 d.C., a richiedere espressamente all’allora re franco Luigi il Pio di ufficializzare questa celebrazione come festa di precetto e fissare la sua data il 1° di novembre di ogni anno. Cosa che effettivamente accadde ed è rimasta tuttora invariata, nonostante siano trascorsi più di mille anni.
Vi sono delle interpretazioni molto controverse sul perché si sia scelta proprio tale giorno per commemorare tutti i santi della cristianità. Alcuni studi antropologici recenti fanno notare una certa continuità temporale con la festa celtica di «Samhain», da cui ha avuto origine Halloween. Samhain è il capodanno celtico e secondo le credenze di questo popolo, durante la notte a cavallo fra il 31 ottobre e il 1° novembre, i defunti tornano dall’oltretomba e camminano sulla terra, fra i viventi.
Molto probabilmente, la Chiesa cristiana aveva bisogno di rendere meno pagana l’usanza di festeggiare il ritorno dei defunti dall’oltretomba che vigeva soprattutto nelle terre del nord Europa. Per far ciò, si decise di celebrare Ognissanti proprio il primo giorno del mese di novembre, in modo da cristinizzare gli strascichi di una ricorrenza che non apparteneva alla religione cristiana.
In effetti, è interessante notare come il giorno successivo al 1° di novembre, vale a dire il 2 novembre, in Italia si celebri la festa dei defunti, nota anche come Giorno dei Morti, in cui i fedeli cristiani commemorano i cari che non ci sono più.
La festa di Tutti i Santi è particolarmente sentita nel nostro paese. In tutto il territorio sono presenti celebrazioni e tradizioni che risalgono anche al Medioevo. Molte di queste sono di natura espressamente culinaria, con mostre dei prodotti di stagione e soprattutto dei dolci tipici della festa di Ognissanti.
I festeggiamenti possono cambiare da regione a ragione. Ricordiamone alcuni:
- In Sicilia, è convinzione che durante la notte di Ognissanti i defunti portino dolciumi ai bambini che si sono comportati bene. Fra questi ultimi, ricordiamo soprattutto i dolci di Martorana.
- A Massa Carrara si crede che durante questa ricorrenza i proprietari delle cantine debbano dare un boccale di vino ai meno fortunati. I bambini indossano collane di mele e di caldarroste.
- In Friuli Venezia Giulia si tiene una candela accesa, una bacinella d’acqua e un pezzo di pane a disposizione dei morti, qualora tornino dall’aldilà.
- In Trentino Alto Adige si suonano le campane delle chiese per richiamare le anime dei defunti. A loro disposizione viene anche lasciata una tavola imbandita di ogni genere di leccornia.
- L’usanza di lasciare la tavola imbandita per le anime dei morti è anche tipica della Sardena.
Ferragosto o Assunzione

Il Ferragosto è una festività italiana che cade il 15 agosto, in concomitanza con la ricorrenza dell’Assunzione di Maria. Si tratta di un giorno festivo, ovvero indicato in rosso in calendario e pertanto giorno di riposo retribuito.
Le origini di questa festività affondano in un passato lontanissimo, ovvero quello dell’Impero Romano. Il Ferragosto fu istituito dall’imperatore Augusto nel 18 a.C., per celebrare la fine dei lavori agricoli stagionali. In effetti, il suo nome ha proprio il significato di «feriae Augusti», ovvero il «riposo di Augusto», in lingua latina.
A quell’epoca, le finalità del ferragosto erano di natura esclusivamente «materiale» e servivano a garantire un adeguato periodo di riposo dopo le fatiche stagionali dei lavori nei campi. Ovviamente, Augusto trasse un notevole beneficio politico dall’introduzione di questa festa, rivolta principalmente ai contadini e ai lavoratori. La stessa, collegava i Vinalia rustica e i Consualia, prolungando notevolmente il periodo di riposo del mese di agosto.
Quest’antica tradizione venne anche preservata durante il Medioevo. Tuttavia, nell’ottica di rendere meno pagana la ricorrenza, essa venne affiancata ai festeggiamenti dell’Assunzione della Madonna in cielo.
Oggi, il Ferragosto continua ad essere una festività particolarmente amata dagli italiani, coincidendo con la stagione del bel tempo e soprattutto con la parte centrale dell’estate. I festeggiamenti più comuni iniziano già nella notte del 14 agosto, con falò e fuochi d’artificio in spiaggia. Solitamente, questi festeggiamenti possono durare anche fino all’alba del giorno dopo e, per i più giovani, coincidono con una notte di campeggio o da passare in discoteca.
I festeggiamenti del 15 prevedono, per lo più, lauti pranzi con i parenti o gite fuori porta, pic-nic e alcune manifestazioni che affondano le radici nel Medioevo, come pittoreschi pali, cortei e giostre in costume medievale, con la presenza anche di sbandieratori. Il più celebre fra questi, sebbene si tenga il giorno successivo — ovvero il 16 agosto — è il suggestivo Palio di Siena.
Come anticipato in precedenza, durante il Medioevo si cercò di rendere il ferragosto meno pagano. Questa festività venne quindi associata all’assunzione in Cielo della beata Vergine Maria. Tuttora, in Italia, il giorno di ferragosto coincide con la festività dedicata alla Madonna. Tale ricorrenza, di natura esclusivamente cattolica, ricorda il giorno in cui la Madonna fu assunta ovvero accolta in cielo, al termine della sua vita terrena.
L’Assunzione di Maria è una ricorrenza di natura esclusivamente cattolica e viene rigettata dalle Chiese Anglicane e Protestanti. La Chiesa Ortodossa e quella Armena festeggiano invece la «Dormizione di Maria Vergine», ovvero la credenza che al termine della sua vita terrena, la Madonna sia caduta in un sonno profondo e quindi accolta in Cielo.
In Italia, come anticipato, si festeggia l’Assunzione di Maria Vergine. Questa ricorrenza cade fra il 14 ed il 15 agosto. Essa è particolarmente sentita nel nostro paese e, in alcune circostanze, le festività possono iniziare addirittura il 13. Queste ultime annoverano: processioni, omaggi ai simulacri e alle statue della Madonna, celebrazioni della Santa Messa, ove possibile anche all’aperto.
Carnevale

Il carnevale è una ricorrenza di origine cristiana, celebrato un po’ in tutto il mondo, soprattutto nei paesi di tradizione cristiana, appunto. Durante la settimana del carnevale, si hanno festeggiamenti in piazza e per le vie delle città, durante i quali i partecipanti sono soliti mascherarsi e fare festa.
Come spesso accade per quelle ricorrenze che si sono protratte durante i secoli, anche il carnevale affonda le proprie radici nel mondo antico. Il nome stesso, ad esempio, deriva dalla frase latina «carnem levare» che indica la prassi di eliminare la carne, ovvero di iniziare il periodo di astinenza e di digiuno della quaresima. In effetti, il carnevale in origine si festeggiava solo il martedì antecedente il mercoledì delle ceneri, conosciuto con il nome di martedì grasso.
Benché il carnevale sia una festa strettamente legata alle tradizioni cristiane, e basti pensare alla sua data, calcolata in base alla Quaresima e quindi alla Santa Pasqua, il carnevale ha origini ben più profonde, di natura pagana, ed in particolare trae spunto dai festeggiamenti dionisiaci dell’Antica Gregia e dai saturnali romani.
La caratteristica principale che accomunava questi festeggiamenti — e che si è preservata intatta fino al carnevale moderno — è la sovversione delle gerarchie quotidiane, che lasciavano spazio alla burla, allo scherzo e al divertimento. Il sovrano indiscusso era il «travestimento«, per cui anche un semplice contadino poteva diventare un re, anche solo per un giorno.
Anche durante il Medioevo troviamo traccia del Carnevale e la prassi comune voleva che si trattasse di un giorno di festa e goliardia. Queste tradizioni si sono preservate pressoché intatte nel nostro paese, basti per esempio pensare al carnevale di Venezia o a quello di Ivrea.
Per la Chiesa, il carnevale è conosciuto anche con il nome di settuagesima. Si tratta della settimana antecedente la Quaresima, una settimana in cui è concesso divertirsi in vista delle astensioni del periodo quaresimale appunto.
Come già accennato, il carnevale non ha una data fissa, bensì mobile, legata alla data della Pasqua. Esso ha inzio il giovedì grasso, per terminare con il martedì antecedente il mercoledì delle ceneri.
Si tratta di un periodo di rilassatezza durante il quale riconciliarsi con Dio. Tuttavia, in tempi più recenti la Chiesa Cattolica ha condannato la dissolutezza del carnevale moderno.
Il carnevale è una festa che viene festeggiata un po’ in tutto il Mondo. Il nostro paese vanta alcuni dei carnevali più belli di sempre. Essi sono:
- Il Carnevale di Venezia, con le sue affascinanti maschere conosciute con il nome di «baute«. Dietro tali maschere può nascondersi chiunque al di là del suo grado sociale, in quanto la maschera annulla ogni differenza di ceto, origine e persino di sesso.
- Il Carnevale di Viareggio, i cui carri di cartapesta sono fra i più grandi al mondo. Essi sono i veri e propri protagonisti e richiamano spettatori e turisti da ogni dove.
- Il Carnevale di Acireale e quello di Sciacca, entrambi in Sicilia. Sono entrambi caratterizzati dai carri di cartapesta e dai carri infiorati, i cui soggetti sono realizzati attraverso l’uso sapiente dei fiori.
- Il Carnevale di Putignano, considerato il più antico al mondo, in quanto sicuramente risalente al 1394. Da allora, si sono svolte ben 620 edizioni.
- Il Carnevale di Ivrea, con la storica battaglia delle arance. Durante i giorni del carnevale, alcuni coraggiosi sfilano per le piazze della città su dei carri che sono letteralmente presi d’assalto dalla folla, che tira — e ne riceve in ritorno — delle arance mature in una vera e propria battaglia campestre.
Nel resto del Mondo, invece, il Carnevale più famoso di sempre è il Carnevale di Rio, a Rio de Janeiro, nella seconda città per importanza e dimensioni del Brasile, dopo la capitale Brasilia. Questo carnevale è fra i più famosi per via della magnificienza e della ricchezza dei travestimenti. Le maschere sfilano a suon di samba, attirando turisti e spettatori da ogni parte del mondo.
Epifania

L’Epifania, detta anche festa della Befana è un giorno festivo in Italia e, più in generale, nei paesi cristiani, essendo una festività legata alla religione di Gesù Cristo, appunto. Si festeggia sempre il 6 gennaio, giorno in cui si ricorda la visita dei tre Re Magi all’appena nato Gesù bambino.
Il termine Epifania deriva dal greco antico e significa «mi rendo manifesto». In questo caso, è la venuta di Gesù Cristo ad essere resa manifesta e quindi omaggiata dai tre Re Magi. A partire dal III secolo d.C., l’Epifania di Gesù fu associata ai tre segni rivelatori della sua venuta: l’adorazione da parte dei tre Re Magi al Cristo appena nato a Betlemme, il battesimo di Gesù ormai adulto nel fiume Giordano e il suo primo miracolo a Cana.
In seguito, la Chiesa di rito romano da cui ebbe origine l’attuale Cattolicesimo affermò che l’Epifania intesa come rivelazione di Gesù al mondo, grazie all’adorazione dei Magi, e il battesimo di Gesù erano due cose distinte e separate, e dovevano cadere in date separate.
Oggigiorno, l’Epifania è ritenuta la festa che chiude il periodo natalizio ed ha assunto una connotazione maggiormente commerciale. Ci sono alcune simbologie e tradizioni che si ripetono. In particolare:
- il simbolo della stella cometa, che si pensa guidò i tre Re Magi alla stalla di Betlemme dove si trovava Gesù;
- lo scambio di doni legati, soprattutto in Italia, alla festa della Befana;
- la tradizione dei regali fatti ai bambini, per lo più dolci da far trovare dentro una calza, ma solo nel caso in cui i bimbi siano buoni. Viceversa, viene regalato loro del carbone. In Italia, i doni sono portati dalla Befana, mentre in Spagna i doni sono portati dai Re Magi.
- l’usanza di preparare dolci al forno dalle figurine più svariate, ma sempre legate all’Epifania, come il cammello, le palme, le pecorelle e ovviamente uno dei Re Magi. Secondo la tradizione francese delle «galette des rois», chi pescherà, fra i biscotti, la figura del Re avrà i privilegi di un re per tutto il giorno.
La Befana è un personaggio immaginario legato alle festività natalizie. Secondo la tradizione, si tratta di una vecchina che vola sulla scopa nella notte fra il 5 di gennaio e il 6; essa porta dolci e caramelle ai bambini che si sono comportati bene durante l’anno, o carbone e cenere a coloro che si sono comportati male.
Le origini del culto della Befana sono probabilmente di natura pagana e l’accostamento fra la figura della Befana e quella di una strega buona è piuttosto immediato (cappello a punta, possibilità di volare su una scopa, aspetto esteriore brutto o spaventoso, abiti spesso neri). Ne troviamo traccia sin dal Medioevo, sebbene la Chiesa avesse tentato più volte di reprimerne il culto, considerato sacrilego.
Nel XII secolo si cercò di cristianizzare il culto della Befana, introducendone la figura nel racconto dei Re Magi. Secondo questa versione, i tre re si erano persi lungo la strada che portava a Betlemme e chiesero aiuto ad una vecchina. La donna tuttavia si rifiutò di aiutarli. Nonostante tutto, i tre re Magi riuscirono ad arrivare alla grotta dove era nato Gesù, mentre la vecchina fu colta dal rimorso per non averli aiutati. Così preparò un cesto di dolci e si mise in viaggio nella speranza di ritrovare i Magi e la stalla dove era nato Gesù. Non sapendo cosa cercare, si fermava a regalare dolciumi a tutti i bambini che incontrava, perché non sapeva riconoscere chi fra essi fosse Gesù Cristo. Da allora, la Befana gira il mondo regalando dolci ai bambini, nella speranza di trovare il suo Gesù.
Capodanno o Primo dell’Anno

Il Capodanno è la prima festività del nuovo anno. Nella stragrande maggioranza degli Stati moderni, è un giorno festivo e si festeggia il primo gennaio di ogni anno, secondo il Calendario Gregoriano.
Si hanno traccia di festività legate all’inizio del nuovo anno sin dai tempi dell’antica Roma. Il culto del Capodanno era, allora, legato alla divinazione del dio pagano Giano, da cui deriva anche il nome del mese di gennaio. Giano era un dio con due facce, una delle quali guardava in avanti e l’altra indietro. Da ciò, si ritiene che Giano fosse il dio legato al Capodanno in quanto simboleggiava uno spartiacque tra il passato e il futuro.
I festeggiamenti per celebrare l’inizio dell’anno erano molto diffusi anche durante il Medioevo. Essi affondavano le loro radici tanto nella cultura classica romana, quanto in quella druidica, soprattutto per quel che riguarda il nord Europa. Per questo motivo, essendo ritenuti di matrice pagana, vennero ben presto soppressi dalla Chiesa. Chiaramente, prima dell’introduzione del Calendario Gregoriano, il capodanno non aveva una data ben precisa e poteva variare da paese a paese. In ogni caso, le disparità locali fra paesi allora molto distanti — come i comuni e le repubbliche italiane, l’Inghilterra, la Francia e la Spagna — continuarono anche dopo l’adozione del Calendario Gregoriano e fino al 1691, quando Papa Innocenzo XII stabilì che l’inizio dell’anno doveva cadere il 1° gennaio, ovvero la data della circonsizione di Gesù Cristo.
Oggigiorno, il capodanno viene festeggiato il 1° di gennaio nella stragrande maggioranza dei paesi occidentali. Nonostante cada una settimana dopo il Santo Natale, il capodanno è ancora oggi una festa più commerciale, che non di stampo religioso. Infatti, sebbene a livello clericale continui a corrispondere alla data della circoncisione di Gesù, la festa moderna ha poco di religioso e segna il passaggio dal vecchio al nuovo anno.
In Italia, solitamente, il capodanno è preceduto dal Veglione di Capodanno, o vigilia di Capodanno. Le famiglie o gli amici si riuniscono insieme per una lauta cena che prepara i festeggiamenti veri e propri. Questi hanno solitamente inizio intorno alle dieci di sera del 31 dicembre, quando la gente inizia a riunirsi in piazza o per le strade di città per festeggiare. I festeggiamenti più comuni in queste ore sono i concerti nelle piazze o nelle discoteche, nonché i famigerati «botti di capodanno». Le principali emittenti televisive trasmettono programmi dedicati alla notte di Capodanno che culminano con il famoso «countdown» che separa l’anno vecchio da quello nuovo.
Con il passaggio dal vecchio anno al nuovo i festeggiamenti non si concludono di certo, e anzi spesso vanno avanti per tutta la notte e fino all’alba del giorno dopo.
Altre interessanti tradizioni sono:
- mangiare lenticchie durante il veglione di Capodanno, in quanto si ritiene portino denaro per l’anno seguente;
- mangiare chicchi d’uva. Questa tradizione ha origine spagnole;
- indossare biancheria di colore rosso;
In Italia, come in molti altri paesi occidentali, il Capodanno è un giorno festivo, ovvero un giorno in cui le attività lavorative sono sospese, ma ugualmente retribuite ai lavoratori. Ciò non vale per il 31 di dicembre che, invece, è un giorno feriale ovvero lavorativo.